La meraviglia e la fede imperfetta

È sempre attuale, anche per noi oggi, la necessità di prepararsi ad accogliere il Regno, educando desideri e domande. Ogni anno, in particolare, la liturgia dell’Avvento ripropone l’attesa dell’Antico Testamento, culminante in Giovanni Battista, e ci offre la grazia che dispone all’incontro con Dio.
Allo scopo di preparare la venuta del suo regno nel mondo, Dio ha riunito e ha educato pazientemente, con un cammino di secoli, un popolo, che potesse accoglierlo e manifestarlo a tutte le genti: il popolo di Israele. L’incontro con Dio rimane comunque carico di novità e di sorpresa. (dal Catechissmo degli adulti)

 

C’è un incontro che ti cambia lo sguardo, e a volte la vita intera. Spesso non accade in situazioni di tranquillità, ma di inquietudine, per una paralisi di cuore, di speranza, di vita.

Oggi il protagonista è un centurione. Non è un esperto teologo né ha frequentato il catechismo. E probabilmente non conosce “le preghiere”. Ma ha capito che da solo non ce la fa. E forse per esclusione più che per che convinzione, alla fine si trova davanti a Gesù. Forse l’unico disposto ad ascoltare la sua storia, senza esprimere giudizi ed elargire consigli. “Cosa posso fare per te? Di cosa hai bisogno in particolare? Vuoi che venga a casa tua?”. Sono le parole del Signore.

“Non lo so, Signore. Ti conosco appena. Non so cosa tu puoi fare per me. E neppure saprei dirti di cosa ho bisogno per riprendere la Vita. Ma qualsiasi cosa tu voglia fare con me, io ci sto”. Sono le parole del centurione.

I cristiani ogni volta che celebrano l’eucaristia ricordano la meraviglia di Dio e l’imperfezione della loro fede: “Dómine, non sum dignus, ut intres sub tectum meum, sed tantum dic verbo, et sanábitur ánima mea”. Non sono degno che tu vieni a casa mia, sotto il mio tetto…

L’incontro inatteso (Gesù si meravigliò) e una fede imperfetta (io non sono degno), possiamo dire. L’incontro che cambia la vita.

Entrato Gesù in Cafàrnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava e diceva: «Signore, il mio servo è in casa, a letto, paralizzato e soffre terribilmente». Gli disse: «Verrò e lo guarirò».
Ma il centurione rispose: «Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di’ soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Pur essendo anch’io un subalterno, ho dei soldati sotto di me e dico a uno: “Va’!”, ed egli va; e a un altro: “Vieni!”, ed egli viene; e al mio servo: “Fa’ questo!”, ed egli lo fa».
Ascoltandolo, Gesù si meravigliò e disse a quelli che lo seguivano: «In verità io vi dico, in Israele non ho trovato nessuno con una fede così grande! Ora io vi dico che molti verranno dall’oriente e dall’occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli».