Anche solo un sorso d’acqua

Gli scout del Grottammare 3 hanno prestato servizio nell’emergenza terremoto ad Arquata. E ci hanno lasciato questo racconto

Mercoledì 24 agosto, una notte diversa dalle altre. Una notte insonne, con la paura di sentire ancora la terra tremare. Si capisce subito che da qualche parte nei dintorni deve aver fatto grossi danni. E iniziano ad arrivare le prime notizie e le prime immagini. Amatrice, Accumuli, Arquata del Tronto e Pescara del Tronto, non esistono più. E purtroppo anche molte famiglie di quelle zone. Subito sento nella testa e nel cuore una voce imperiosa ed insistente che mi spinge a fare qualcosa. Potrei ignorarla, potrei pensare che tanto qualcuno che darà una mano ci sarà sicuramente. Ma non ci riesco e non voglio nemmeno farlo. Per me quella è la voce del Padre che mi chiede di aiutare dei miei fratelli, quindi la ascolto e, come scout, mi metto a disposizione dell’Associazione di cui faccio orgogliosamente parte.

La chiamata arriva quasi subito, assistenza ai familiari dei defunti presso l’obitorio e il palazzetto dello sport di Ascoli. Si parte con la speranza di portare un po’ di conforto. E si arriva trovandosi davanti scene viste solo in televisione. Una cinquantina di bare allineate su tutta la superficie della palestra e persone che camminano tra quelle bare piangendo su più di una. Iniziamo a distribuire acqua cercando di essere “invisibili”, avvicinandoci col timore di disturbare il loro raccoglimento, il loro dolore. Mi sono trovata davanti persone che non solo hanno perso tutto, ma in alcuni casi anche tutti. E dimenticare i lori volti, le loro storie è impossibile.

C’è la zia di Tommaso che ci mostra le foto delle nozze d’argento di sua sorella che in questo disastro ha perso il marito, un figlio e i genitori. Oppure la mamma di Giulia e Giorgia che, sdraiata su una barella, cerca di rintracciare telefonicamente il vigile del fuoco che ha estratto viva dalle macerie almeno una delle sue figlie, per poterlo incontrare e ringraziare. Lo zio della piccola Giulia e la sua maglietta di Totti.
Poi si torna a casa e si porta sul cuore il peso di tutto quel dolore. Si torna a casa e si piange. Si torna a casa con i loro ringraziamenti che ti rendono felice perchè vuol dire che hanno avvertito che quella mano tesa non offriva solo acqua, ma anche tanto amore.