Vivere la Messa

I santi Padri del Concilio Vaticano II auspicano che “tutti i fedeli vengano formati a quella pienaconsapevole e attiva partecipazione alle celebrazioni liturgiche, che è richiesta dalla natura stessa della liturgia e alla quale il popolo cristiano, «stirpe eletta, sacerdozio regale, nazione santa, popolo acquistato» (1 Pt 2,9; cfr 2,4-5), ha diritto e dovere in forza del battesimo” (Sacrosantum concilium, 14).

Raccogliendo questo invito e notando il pericolo di vivere passivamente e superficialmente la celebrazione dell’Eucaristia quando non si è aiutati ad esserne protagonisti, ogni domenica saremo aiutati a conoscere meglio la liturgia eucaristica e a viverla con maggiore consapevolezza e frutto. Sarà possibile attraverso alcuni commenti appositamente inseriti nei diversi momenti della liturgia domenicale e portando a casa un piccolo opuscolo, che può diventare occasione di riflessione personale e di catechesi familiare.

Vivere la Messa
17 Aprile 2022News / Pasqua / Vita della comunità / Vivere la Messa
10 Ottobre 2021News / Vivere la MessaEccellenza Reverendissima, carissimo Don Pierluigi, un caloroso saluto a nome di tutta la Comunità di Madonna della Speranza/San Martino di Grottammare. Il nostro primo ringraziamento, questa sera, va al Signore che ci fa vivere questo momento come dono di grazia, come segno vivo della Sua presenza in mezzo al suo popolo. Con la certezza, infatti, che è Lui che, per primo, ci indirizza verso tempi nuovi, accogliamo Sua Eccellenza con gioia e a Lei ci affidiamo da figli perché, sotto l’azione dello Spirito Santo che soffia sempre dove vuole, ha pensato a noi e per noi ha scelto un nuovo Pastore. E con questa piena consapevolezza – che è sempre il Signore a parlare ai nostri giorni ed a sollecitare l’andare dei nostri passi – allo stesso tempo ci stringiamo al cuore di don Dino e di don Matteo, con quella gratitudine immensa che si deve a chi ha fatto della propria vocazione, prima dono a Dio, poi ai fratelli: tra bellezza e fatica, tra umanità e santità. Immenso è soprattutto però il ringraziamento che vogliamo rivolgere a te, caro don Pierluigi, per aver risposto con il tuo  Eccomi a questa nuova chiamata di missione: impegnativa, di certo, (qualche uccellino te lo avrà già confidato) ma allo stesso tempo ricca di stimoli e di fede autentica. La nostra è una comunità giovane, quasi cinquantenne, nata tra le piccole mura della chiesa di San Martino e cresciuta sotto la cura amorevole di Don Pietro; poi è stata affidata a Don Anselmo che, tra le altre cose, è riuscito a realizzare questo desideratissimo tempio, dedicandolo alla Madonna della Speranza… Sì, la speranza sostiene fortemente questa nostra comunità! Ci rende aperti al “nuovo che avanza”, fiduciosi in ciò che Gesù Signore ha in progetto per noi, pronti a camminare su strade che Lui stesso spalanca. Pronti a stare affianco a te, don Pierluigi. Per essere Chiesa con forza; per sentirci capaci di vivere e testimoniare il Vangelo, ricominciando dalle nostre fragilità… ricominciando in primis dalle nostre FAMIGLIE: con molti adulti sempre più indifferenti a Dio ed al valore della Sua Parola; con i giovani, spesso lontani, disorientati, senza un sguardo di senso dentro il tempo che vivono; con gli anziani, in balìa della solitudine in cui la frenesia del mondo oggi li costringe. Ricominciando dalla nostra vita di ogni giorno dentro la quale da troppo tempo Dio sembra non trovare più spazio. Ricominciare, per volgere lo sguardo oltre, verso quella fraternità che ci chiama all’unità… per scoprirci chiesa-in-uscita, insieme! Sarai per noi padre ma anche fratello e con te condivideremo gli sforzi e le iniziative utili ad edificare sempre più la Buona Notizia del Regno. Ti chiediamo di prenderci per mano e di guidare il nostro cammino. Di avere la pazienza, la costanza e l’entusiasmo di seminare anche di fronte allo scoramento, dovuto magari a terreni che di dimostreranno poco fertili. Di andare avanti con la fiducia che “il Signore è il mio Pastore, non manco di nulla.” Carissimo Don Pierluigi, che il Signore Gesù e Maria, Madonna della Speranza, ti assistano e rendano fecondo il tuo Ministero affinché la nostra Comunità cresca, con te, in verità e grazia; in comunione e carità; tutto per la gloria di Dio nostro Padre. Da stasera ci affideremo alla tua cura, facendo nostre le parole del beato Paolo VI: “Fa’ che l’insuccesso non lo avvilisca, e il successo non lo renda superbo. Rendici docili alla sua voce. Fa’ che sia per noi amico, maestro, medico, padre. Dagli idee chiare, concrete, possibili; a lui la forza di attuarle, a noi la generosità nella collaborazione. Fa’ che ci guidi con l’amore, con l’esempio, con la parola, con le opere. Fa’ che in lui vediamo, amiamo e stimiamo te. Che non si perda delle anime che gli hai affidato. Salvaci insieme con lui.” E con il Pensiero che abbiamo deciso di donarti per questa occasione speciale, ti diciamo: Benvenuto a casa Don… Benvenuto in famiglia, benvenuto tra noi!           [...]
26 Febbraio 2017Formazione / In sagrestia / Parroco / Vivere la MessaI riti che precedono la Liturgia della Parola, cioè l’introito, il saluto, l’atto penitenziale, il Kyrie eleison, il Gloria e l’orazione (o colletta), hanno un carattere di inizio, di introduzione e di preparazione. Scopo di questi riti è che i fedeli, riuniti insieme, formino una comunità, e si dispongano ad ascoltare con fede la parola di Dio e a celebrare degnamente l’Eucaristia. In alcune celebrazioni, connesse con la Messa secondo le norme dei libri liturgici, si omettono i riti iniziali o si svolgono in maniera particolare. (OGMR 46) La celebrazione dell’Eucaristia è divisa in due grandi parti: la liturgia della parola e la liturgia eucaristica. Queste due parti sono precedute da alcuni riti introduttivi, che aiutano tutta l’assemblea dei fedeli ad entare nel clima della celebrazione e a disporsi a viverla con frutto. L’ingresso del sacerdote che presiede con il canto Il saluto con il segno della croce L’atto penitenziale con la richiesta di perdono Il Kirie eleison, con l’invocazione al Signore Il canto del Gloria come lode alla Trinità La preghiera del sacerdote, chiamata anche “colletta” Sui singoli momenti ci soffermeremo in seguito. Per ora ci basta sapere quali sono, prestandovi attenzione quando partecipiamo alla celebrazione eucaristica. Essi ci richiamano a quattro attenzioni. La puntualità I riti di introduzione sono importanti e non è bene “saltarli” arrivando in chiesa in ritardo. Può capitare di avere un contrattempo, ma per molti si tratta di un’abitudine: puntuali nel ritardo. A pensarci bene a volte è mancanza di rispetto nei confronti di Colui che ci invita a partecipare alla sua mensa. Al contrario, sarebbe necessario arrivare qualche minuto prima preparandosi in silenzio alla celebrazione. Il silenzio Il silenzio è lo spazio in cui si lascia parlare Dio e si entra in dialogo intimo con Lui. Deve essere osservato in vari momenti della celebrazione: durante l’atto penitenziale e dopo l’invito alla preghiera, per favorire il raccoglimento; dopo le letture o l’omelia, per meditare brevemente ciò che si è ascoltato; dopo la Comunione, per favorire la preghiera interiore di lode e di supplica. Anche prima della stessa celebrazione è bene osservare il silenzio in chiesa e in sagrestia, perché tutti possano prepararsi devotamente e nei giusti modi alla sacra celebrazione. Durante tutta la celebrazione dovrebbe essere cura di ciascuno non disturbare il raccoglimento altrui, evitando rumori, spostamenti, atteggiamenti inutili. Anche i bambini devono essere aiutati a vivere il silenzio, secondo le loro possibilità e gradualmente. Ugualmente gli adulti devono mostrare pazienza e benevolenza verso i più piccoli dai quali non si può pretendere l’impossibile. I genitori cercheranno di abituare i bambini a stare in chiesa e tutti gli adulti non faranno sentire in imbarazzo i genitori che partecipano all’eucaristia con i figli piccoli. Tutti ricordiamo le parole di Gesù: “Lasciate che i bambini vengano a me”. Un giorno che alcuni volevano allontanarli perché facevano troppo rumore. Il canto Nella celebrazione della Messa è di grande importanza il canto e si deve fare in modo che non manchi mai nelle celebrazioni domenicali e nelle feste. Il coro deve sostenere il canto dell’assemblea e non sostituirsi ad essa. Ma deve essere cura di tutti partecipare alla preghiera anche cantando, almeno i ritornelli e le melodie più ricorrenti. Attraverso il canto ci si sente un corpo solo e si trasmette a chi si trova in chiesa occasionalmente il desiderio di vivere l’unità e la comunione. Anche il canto comune può essere una testimonianza della propria fede. Formare la comunità I riti di introduzione ci aiutano a sentirci comunità, preparandoci a vivere l’Eucaristia. E a ciascun battezzato è consegnata questa responsabilità: ciascuno con il proprio atteggiamento e la personale partecipazione può favorire oppure ostacolare l’incontro di Gesù con i fratelli. Cosa intendiamo per “fare comunità”? Secondo le parole dell’evangelista Luca, i credenti sono «assidui nell’ascoltare l’insegnamento degli apostoli e nell’unione fraterna, nella frazione del pane e nelle preghiere» (Atti 2,42). Ascoltano e meditano la parola di Dio. Lodano e ringraziano continuamente il Signore; invocano il suo aiuto nelle difficoltà. Celebrano il mistero della morte e risurrezione di Cristo con l’eucaristia, ripetendo il gesto da lui compiuto nell’ultima cena. Stanno volentieri insieme; si fanno carico dei servizi necessari; condividono i beni materiali, con libertà e generosità, continuando l’esperienza già fatta da alcuni di loro insieme a Gesù. Portano ovunque la loro coraggiosa testimonianza, suscitando la simpatia del popolo e l’ostilità della classe dirigente, specialmente di quella di orientamento sadduceo. Gli apostoli, e particolarmente Pietro, svolgono, con autorità e semplicità, un compito prezioso di guida e di animazione. [...]