Caro don Pietro, non dimenticarti di noi

Una mattina di maggio, dopo la forzata assenza causata dalle restrizioni dovute al Covid-19, accompagnato da Franco e Michele in sacrestia, per prepararsi alla messa delle 9,30, don Pietro ha gli occhi illuminati, e alzando le braccia in alto mi grida: «Finalmente! Erano 4 mesi!». Era la sua gioia di essere tornato a celebrare l’eucaristia con la sua comunità parrocchiale.

Non era facile carpire i sentimenti di don Pietro. Sempre molto silenzioso, chiuso nei suoi pensieri, timoroso di essere inopportuno. Ma ogni tanto ci concedeva qualche eccezione, qualche confidenza, quel gesto, quella battuta spiritosa, quel consiglio. Ogni tanto. Senza esagerare mai.

Ma quando pensava ai suoi parrocchiani, gli si illuminavano gli occhi. Quanto amore per i suoi parrocchiani. E ringrazio il Signore, perché un po’ di quell’amore ha toccato anche me, in tanti modi e in tante circostanze.

Ora don Pietro entra in Paradiso. Me lo immagino, con lo sguardo pieno di stupore, che alza le braccia e dice: «Finalmente! Erano 96 anni!». Mentre si gode il sorriso del Padre della Misericordia, che ha cercato, amato e servito, per tutto il suo pellegrinaggio terreno.

Caro don Pietro, non dimenticarti di noi, in qualche modo fatti sentire, ogni tanto. E se per qualche malaugurata circostanza dovessimo smarrirci, aiutaci a ritrovare la strada, come hai sempre saputo fare. Con la preghiera e un po’ di “Carolina”, se necessario.